Una Barca chiamata Desiderio

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Sono stato in mare quanto basta per conoscerlo, per rispettarlo e per sentirne a volte la sua mancanza anche se lui, il mare, mi ha sputato a terra senza onore.
Ho potuto sentire la sua forza che si abbatte con rabbia se viene sfidato….
È un pò come gli uomini solo che lui, il mare, ti avvisa sempre almeno una volta prima di farti naufragare… è meno vigliacco, è meno ipocrita.
Ha le sue regole…subito capite e rispettate, non le cambia da millenni. Non esiste un mare assassino ma solo stupidi marinai.
Sapevo che era sempre meglio evitare la tempesta anche se si mette tra te e la costa impedendoti di entrare in porto.
Le soluzioni per chi va per mare sono spesso semplici.
Piuttosto che entrare in una tempesta e sorbirtela tutta è meglio fuggirci.
Quando non si può lottare contro il mare e contro il vento per seguire la sua rotta, la barca ha 2 possibilità.
L’andatura in cappa che la fa andare alla deriva oppure, la “fuga” davanti alla tempesta con il mare in poppa con un minimo di tela.
Sono sempre stato un testone e ho sempre evitato di avere il mare in poppa perché se qualcosa va storto sei fritto.
Meglio avere l’onda davanti e sentire la sua rabbia anche se non si avanza di un miglio.
Chi di mare ne ha fatto più di me e dai manuali, si dice che il modo migliore per affrontare una tempesta è ….la “fuga”
La “fuga” è spesso usata quando si è lontani dalla costa ed è l’unica soluzione per salvare barca e equipaggio e in più permette di scoprire spiagge sconosciute che spuntano dall’orizzonte quando il mare si fa calmo.
Spiagge ignorate da chi ha la illusoria fortuna di potere seguire la rotta sicura dei carghi o delle petroliere.
Quelle rotte senza imprevisti imposte dalle compagnie di navigazione.
Come metafora ho poi affrontato la vita con le stesse regole e in un certo modo funziona o almeno mi illudo che funzioni.
Sempre con il mare e le onde di prua…sempre con i suoi schiaffi e….. ne ho presi tanti….troppi …. e qualche naufragio mi è capitato.
Ma mi accorgo oggi di essere lontano dalla costa e sempre più lontano dal mio porto.
La voglia di andare alla deriva è forte perché ci si sente stanchi…
La voglia di fuggire è tanta…ma la mia barca è speciale.
La mia barca ha un nome speciale.
La mia barca si chiama desiderio….e allora dai…picchia…fai male quanto vuoi.
Io non scappo da te e ti aspetto per la prossima ondata.
Non ti conosco ma ti do un nome come si fa con gli uragani…
Da oggi ti chiamo destino e non mi importa se è la notte dove ti senti più forte.
Dai bastardo…picchia!!!


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