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NON ERO PRONTO
Non ero pronto per i primi occhiali
Non ero pronto al primo giorno di asilo
Non ero pronto per essere interrogato.
Non ero pronto a tuffarmi…..
Non ero pronto a vivere da solo
Non ero pronto al tuo sorriso,
Non ero pronto per sposarmi,6
Non ero pronto essere licenziato,
Non ero pronto per trovarmi in una città diversa,
Non ero pronto al tuo NO….
Semplicemente non ero pronto……
E questa cosa ti stupisce come ti stupiscono tutte le cose che accadono senza preavviso.
Ecco che cos’è, è la mancanza di preavviso che ci frega….
E’ quel messaggio che non ci arriva prima di cena e che ci annuncia che lui sta tornando, che lei è in ritardo, che non ce la fa a venire perché piove, perché c’è la neve, perché non ti ama più.
E’ la mail di conferma, è il messaggio sulla porta che il corriere è passato e non ci ha trovato in casa, come se l’inverno arrivasse ma non siamo stati avvisati dalle foglie gialle… manca una stagione in mezzo che ci avvisa che ci prepara.
Tutti i segni che ci dicono con anticipo che qualcosa sta per accadere ci disabituano alla sorpresa…….ecco a volte questi segni mancano
E allora noi cerchiamo di esorcizzarla la sorpresa: facendo piani.
Facciamo piani per la partenza e il ritorno, facciamo piani per il matrimonio, per le dimissioni, per la casa e la cucina giusta, per i libri da leggere, i film da vedere, la roba da mangiare…….
Facciamo piani per vivere meglio, per sentirci un po’ più felici, un po’ meno pesanti.
E’ per essere pronti e ci prepariamo.
Se arriva la chiamata giusta, se dormi fuori stanotte, se un domani cambi casa, o sposti un mobile, o cambi auto.
Sempre pronti, per tutto, per qualsiasi eventualità.
Io invece sostengo che quando qualcosa accade in qualche modo eravamo già pronti ad accettarla….è il tempo che é mancato….quel tempo che non mette in sequenza gli eventi… un tempo che mescola le stagioni….
Ma queste stagioni ci sono sempre state solo, non nel modo che ci immaginiamo noi.
Che un angolo della nostra pianificata quotidianità che si stanca perché la vita è movimento…..è l’imprevisto da risolvere.
E’ la parte che spera che succeda qualcosa, che si buchi una gomma, che….non importa cosa ma che “succeda”….come una liberazione
Dico che se quella parte non ci fosse noi alla prima modifica dei nostri piani non sapremmo come andare avanti, e invece no, invece poi in un modo o nell’altro alla fine tiriamo dritto, sempre, anche quando diciamo che no, non eravamo pronti.
Forse allora non essere pronti è una scusa, forse lo siamo ma non lo ammettiamo o semplicemente quella parte che desidera la sorpresa è meno forte di quella che pianifica tutto.
E voi nella vita a cosa non eravate pronti?
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