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Ok…uno realizza che..è stato piantato dalla persona che amava…Ma non nel senso che se ne è andata..
No! lei esiste è sempre di fianco a te ma “semplicemente non lo dice”.
Ho letto da qualche parte che le decisioni vere, quelle che ti cambiano la vita o che ne fanno prendere una piega diversa si prendono sempre entro 3 secondi dal momento che la condizione si verifica.
Credo fosse una ricerca di quelle americane o giapponesi ma non di quelle fumose tipo “misteri” della TV e nemmeno una di quelle “fuffa” che appaiono su riviste dal parrucchiere.
Era una rivista seria. Comunque, questa ricerca sostiene che il nostro cervello, e la nostra pancia decidono in un tempo massimo di 3 secondi anche quando queste scelte appaiono enormi. Tutto il tempo che passiamo per scegliere il cosa fare, in realtà è spesso per convincerci che quella scelta lì sia quella giusta.
Poi le scelte vanno raccontate cioè comunicate alle persone che ci stanno vicino o anche a quelle lontane.
Ci sono diversi modi per farlo.
Le si possono preparare per giorni e giorni ad esempio.
Si può sistemare il terreno, lo si annaffia, lo si concima e si aspetta il momento giusto per giocare la partita.
Oppure no, non si prepara niente, si sta lì aspettando che qualcuno dica qualcosa, che qualcosa accada e ci lasciamo trascinare.
Se dobbiamo comunicare un cambiamento, una novità, una cosa che è accaduta o che dovrà succedere o che non sappiamo come fare accadere ognuno di noi ha tecniche più o meno rodate, più o meno funzionanti.
Come avete fatto per esempio a dire che mollate il lavoro per esempio?
Che volete partire per uno o due anni e che forse non tornerete?
Come avete fatto a dire ai vostri genitori che vi sentivate pronti per andarsene?
O a dire a una persona che l’amate o che non la amate più?
O che più in generale …
Come vi siete preparati a dire che voi siete diversi di come apparite, da come siete?
Le cose infondo cambiano completamente da quando le dici e da come le dici.
Insomma, fin da piccoli abbiamo capito che il momento per chiedere il motorino era quello di presentarsi dai genitori con una pagella piena di buoni voti ( con me non ha funzionato ma quello è un altro discorso) oppure chiedere la mancia dopo che la squadra del cuore di papà ha vinto.
Lo si impara da piccoli che c’è un momento sbagliato e uno giusto per dire le cose ma chissà se per certe cose esiste veramente un momento buono e uno no.
Tipo il responso di una biopsia o la risposta ad un colloquio.
Cioè non è che se sei di buon umore puoi prendere bene una notizia schifosa.
Ecco…il mio caso è una via di mezzo.
Di questi tempi…e nel mio tempo non c’è il momento per dire niente ma non importa …..tanto la decisione è stata presa nei primi 3 secondi!!!!

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