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Colpito e affondato da una …Patata
estratto all’Ebok “Mia avete Rotto le Bolle” by TR59
Vi ricordate di quella scritta? “SARDIGNA TERRA DE LU POPULU SARDU”.
Ebbi la prima conferma che in quelle parole fosse scritto qualcosa di ostile dopo circa un mese quando, con una camionetta dovevamo recarci al mercato per fare rifornimento per la mensa.
Mentre attraversavamo la via principale di Olbia improvvisamente fummo bersagliati dai balconi con oggetti e liquidi di tutti i generi.
Tra verdura, uova e altro la camionetta sbandò e finimmo contro un muro.
Io fui subito colpito su un occhio da una “patata”.
Ma non finì lì!
Fummo circondati da una decina di ragazzi e ne nacque una colluttazione che andò oltre alle semplici spinte.
Volò qualche pugno e ceffone e io e Calascibetta cercammo rifugio in un bar vicino.
Il barista ci venne subito in aiuto e ci nascose nel retrobottega mentre si prestò a chiamare Carabinieri e Capitaneria di Porto.
Avevo un occhio gonfio ma vedevo Calascibetta che zoppicava in seguito a una caduta ed ero più preoccupato per lui.
Insomma non fu un bel vedere ma compresi subito le parole dell’Ufficiale di qualche mese prima. (Cavolo… pensai…Colpito da una patata! Che spettacolo quando si verrà a sapere)
Mentre aspettavamo gli aiuti una ragazza mi medicò l’occhio con del ghiaccio e una pomata.
Parlava strano con il padre…. un dialetto che non comprendevo.
Ho avuto molta paura…. pensavo agli altri due compagni…. sapevo che se ci avessero preso non sarebbe finita lì e che sicuro ci avrebbero dato un’altra manata di botte e spintoni.
La cosa per fortuna finì lì…. 15 giorni di convalescenza e il giuramento tra di noi che ci saremmo vendicati (ma questo per fortuna non accadde)
Dopo circa un mese ricevetti una lettera. Molto strano…. da quando ero a militare nessuno mi aveva mai scritto, ne amici…. compagni di scuola, famigliari… nessuno!.
Sulla busta c’era scritto: per il SGT NP 59GE35TR (il mio numero di matricola!!!)
Pensai fosse qualche provvedimento disciplinare ma di solito non arrivavano in una busta scritta a mano con un francobollo locale. (li conoscevo benissimo!)
Era lei…. Quella ragazza che mi aveva medicato.
Probabilmente il numero di matricola lo aveva preso dalla piastrina o dall’interno del berretto quando mi stavano ancora medicando
Mi chiedeva come stavo… se mi ero spaventato (cavolo se lo ero…. Tremavo ancora come una foglia).
Si scusava per i suoi concittadini e giurava che non erano tutti così.
Mi diceva anche che le sarebbe piaciuto rivedermi. E che se volevo potevo andare al bar e chiedere di lei….
Ecco che mi confido con Calascibetta. Mi dice di non andare da solo e che sicuramente era una trappola e sarebbe finita male.
Per comprendere la cosa, bisogna sapere che non era permesso andare in libera uscita in abiti borghesi ma in divisa…. Insomma ero un bersaglio.
Ma ero anche un testone… quindi… non feci passare molto tempo e una sera mi staccai dal gruppo compagni che si “strusciava” sul corso e andai al bar, ma non prima di avere avvisato Calascibetta che, come concordato…. se non mi avesse visto entro una certa ora…. ecco…. Ci siamo capiti!!
Entrai nel bar e mi diressi dritto al banco chiedendo una birra….
Al banco c’era quell’uomo che ci aveva aiutato ma lui fece finta di non riconoscermi.
Furono attimi dove il tempo si era congelato e aspettava una mia mossa per sapere che direzione prendere.
Mi sentivo come un ragno che cammina sulla sua ragnatela e per giunta ci inciampa.
Presi coraggio dopo due sorsi di birra e dissi quasi strozzandomi: ”La ringrazio per quello che ha fatto e vorrei ringraziare anche quella ragazza mora”.
Lui non disse niente. Aspettò che avessi bevuto tutto il bicchiere e poi mi urlò con una voce rauca “Aioooo….mi!”
Lo segui nel retrobottega.
Luogo che già conoscevo e trovai lei.
L’imbarazzo fu forte….non accennai alla lettera…. non sapevo che dire….
Lei ruppe l’imbarazzo con un “ti trovo bene….come stai?”
Ecco, così sono venuto grande (ma mica tanto). In quel posto (la sardegna) dove il sole ti morsica, in una terra dove inciampano anche le bisce e dove certi tramonti non hanno mai fretta.
In quell’isola sarei andato in giro molto piano per non farmi notare o per non sollevare troppa polvere.
Parlavo poco con la gente del posto con la scusa del caldo nascondendo la mia timidezza e per piangere rimandavo quando il mare mi bagnava la faccia con i suoi sputi.
Era l’inizio della mia solitudine ma ancora non lo sapevo come un albero non può sapere il nome del vento che porterà via la sua foglia.
Ma “Lei” la mia solitudine sarebbe diventata la mia vera e inseparabile compagna quella che non mi ha mai tradito e che non posso tradire.
La Sardegna per me era anche quel posto dove non passava mai nessuno…un posto pieno di solo vento, polvere, sabbia e mare.
Un luogo oltre tutti i luoghi dove sicuramente quel mare non bastava a calmare la mia anima.
Tra le tante cose quella ragazza mi spiegò il perché non eravamo simpatici alla gente del posto o quanto meno alla maggioranza di quella gente.
Mi disse che volevano una specie di “Indipendenza “ dall’Italia che non capivo e il “Partito Sardo d’Azione” era quello più estremista.
Ma io di politica ne masticavo poca e ne capivo meno.
Di fatto noi Marinai, andavamo d’accordo solo con i pescatori che spesso ci invitavano anche nelle loro case….per il resto era terra bruciata per non dire altro!
Ma il destino è strano e proprio quando sembra che non ci sono vie di uscita ecco che succede qualcosa…..
Anche per Olbia e la sua cittadinanza era questione di tempo e poi in un mese di Febbraio ci fu una devastante alluvione che cambiò alcune cose.
O almeno le fece vacillare
Ma adesso è presto per parlarne…… ogni cosa al suo tempo.!… Pazientate!
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