Il tuo carrello รจ attualmente vuoto!
Canzone nel Vento
Continuavo a ricevere biglietti con posizioni su una scacchiera. Per chi non sa di cosa sto parlando deve andare a questo link. [https://www.tizianorigo.com/che-ne-dici-di-una-gara-a-scacchi/].
Quella volta ero ai bordi della scacchiera ero nella Metropoli. Ricordo molto bene la luce al neon che colorava di rosa e blu la notte di Milano. Le insegne dei negozi riflettevano sull’asfalto bagnato di pioggia, creando un’atmosfera quasi natalizia pur essendo a Luglio. In mezzo a quel brulicare di vita notturna, mi muovevo come un gatto con una missione: infiltrarsi in un giro che si concentrava nei pressi di un locale underground, il “Cyberpunk”. I miei jeans scoloriti, la giacca di finta pelle e i capelli leggermente lunghi mi facevano sembrare un abitante abituale di quel mondo, lontano anni luce da quello che ero realmenteโฆ.un ragazzo di provincia appena sbarcato da una motovedetta con ancora il sale nei capelli.
Una sera, mentre sorseggiavo una birra annacquata appoggiato al bancone del Cyberpunk, la mia attenzione fu catturata da una ragazza. Era seduta a un tavolo appartato, immersa nella lettura di un libro con la copertina sgualcita. I suoi capelli castani, mossi e lunghi, le incorniciavano un viso dai lineamenti delicati, illuminato dalla luce soffusa del locale. Indossava un maglione oversize color panna e jeans a vita alta, un look tipico di quegli anni. Emanava un’aura di innocenza che strideva con l’ambiente circostante.
Con una scusa banale, la solita scusa, mi avvicinai al suo tavolo. Mi presentai come Salvatore, un appassionato di musica new wave, e iniziai a conversare con lei. La ragazza si chiamava Giulia,(nome di fantasia) era una studentessa di architettura con la passione per la fotografia e la musica dei Cure. Tra una chiacchiera e l’altra su Bauhaus e Joy Division, di cui dovetti farmi rapidamente una cultura, mi sentii attratto da quella ragazza cosรฌ diversa dalle persone di periferia che frequentavo di solito. Giulia era intelligente, sensibile e con uno sguardo che sembrava nascondere un mondo interiore ricco di sfumature.
Nelle settimane successive, io e Giulia iniziammo a frequentarci. Ci incontravamo nei caffรจ che lei conosceva benissimo e a volte passeggiavamo per i Navigli al tramonto o ci si scambiava quelle cassette di cantautori (adesso non si usano piu’ ) con le nostre canzoni preferite. Io, sotto le mentite spoglie di Salvo mi sentivo sempre piรน coinvolto in quella relazione. Giulia non lo so se provava le stesse cose. La mia timidezza mi impediva di fare quelle domande e mai lo chiesi. Comunque mi faceva sentire vivo, mostrandomi un lato della vita che avevo quasi dimenticato. Per la prima volta da molto tempo, mi era concesso di abbassare la guardia, di credere in qualcosa di bello. Ma mi sarei presto rivisto sull’argomento.
Nel frattempo, le mie โ indagini โ proseguivano. Avevo raccolto diverse informazioni sul giro e stavo per stringere il cerchio attorno ai responsabili. Una sera, mentre seguivo uno dei sospettati, lo vidi entrare in un magazzino abbandonato. Mi appostai nelle vicinanze. Da una finestra semiaperta, sentii delle voci concitate. Riconobbi la voce di uno dei ragazzi che stavo seguendo. La sua โerre mosciaโ era inconfondibile, ma ne sentรฌ anche un’altra, una voce femminile.
Con il cuore in gola, mi avvicinai alla finestra e sbirciai all’interno. Quello che vidi mi lasciรฒ senza parole. Seduta a un tavolo, c’era Giulia. Il suo sguardo, solitamente dolce e gentile, era ora duro e determinato. Parlava con quella gente con un tono che non le avevo mai sentito usare. In quel momento, il mio mondo crollรฒ. La ragazza di cui forse mi ero innamorato, la persona che mi aveva fatto riscoprire la bellezza della vita, era coinvolta in attivitร non regolari e probabilmente era lei la โReginaโ che cercavamo
Il senso di tradimento mi invase. Mi sentivo come pugnalato alle spalle. Tutte le nostre conversazioni, le nostre risate, i nostri momenti insieme mi sembrarono ora una menzogna. Decisi di non fare nessuna relazione di quella sera. Dissi solo in codice โAfiere Bianco in diagonaleโ. Facendo capire che avevo bisogno del cambio. Avevo bisogno di tempo per metabolizzare quello che avevo visto, per capire cosa fare.
Il giorno dopo, mi presentai al consueto appuntamento con Giulia in quel piccolo bar vicino all’universitร . Lei arrivรฒ sorridente, ignara di quello che era successo. La guardai negli occhi, cercando di trovare una spiegazione, una giustificazione a quello che avevo visto. Ma non c’era niente da dire. Il silenzio parlava per lei.
Con voce ferma, le dissi che sapevo tutto. Giulia, inizialmente sorpresa, non negรฒ. Abbassรฒ lo sguardo, le lacrime che le rigavano il viso. Mi spiegรฒ di essere stata coinvolta in quel giro a causa di problemi economici della sua famiglia. Aveva bisogno di soldi e aveva accettato di fare da tramite, pensando di poter controllare la situazione. Ma si era resa conto troppo tardi di essersi cacciata in un guaio piรน grande di lei.
Ascoltai il suo racconto senza dire una parola. Il dolore e la delusione erano troppo forti. Non riuscivo a perdonarla. Mi alzai e la guardai un’ultima volta e mi allontanai, lasciandola sola al tavolo, con le lacrime agli occhi.
Dopo quel giorno, non vidi piรน Giulia. Lei scomparve dalla mia vita come una melodia che il vento si porta via. Rimase solo l’eco di una melodia interrotta, il ricordo di un amore nato sotto le luci al neon di una Milano anni ’80, un amore spezzato dalla dura realtร di un mondo fatto di ombre e segreti. Un amore che, come una vecchia canzone, sarebbe rimasto per sempre impresso nella sua memoria, con il suo carico di dolcezza e amarezza.
Lascia un commento