Basta un Passo o… Basta non Farlo.

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Essere in “bilico” è una sensazione molto comune….tutti sappiamo cosa vuole dire
Così comune che non ci accorgiamo ……è come camminare….una cosa così naturale tanto che non ci rendiamo conto che, tra un passo e l’altro c’è sempre un istante dove il nostro equilibrio manca, almeno fino a quando c’è un passo che non riusciamo a fare.
Siamo comunque circondati da passi che non riusciamo a fare…passi impediti da muri.. fossati…reti…confini o più semplicemente da linee gialle come quelle delle stazioni dei treni o metropolitane.
Poi ci sono passi che sono impediti dalla nostra educazione…da leggi..da religioni…dal senso di colpa…tutti a segnarci che “lì non si può” o “lì non si fa”.
Comunque sia, tutti questi passi mancati ci riportano nella realtà normale ….insomma contano …cavolo se contano, i passi non fatti….tanto come quelli che facciamo.
Sono linee chiare mai sbiadite dove superarle vuole dire sconvolgere l’ordine delle cose costituite.
Poco tempo fa ritornando da un viaggio mi sono trovato in una stazione….ci sono ritorni che ci riempiono di gioia….altri di angoscia o di un senso di vuoto la paura di rimanere intrappolato tra l’essere vivo e il desiderio di vivere….un senso di ribellione e fare una follia e il senso di stare dalla parte della ragione.
È come essere tirato da due parti….e di conseguenza stare sempre li…su quella maledetta linea.
Una linea gialla come quella che delimita il marciapiede dal buco dei binari….Comincio quindi a camminare a ridosso di questa linea ….nel mezzo del nulla, con dentro un vuoto che cresce.
Un vuoto che nascondo dietro a impegni di una giornata lavorativa……
Ma quella linea mette in buona luce il mio vuoto tra il “vorrei fare” e il “non sta bene farlo”.
Quando sento il primo treno arrivare, all’inizio mi scanso ma, il secondo in arrivo aspetto un po di più, sentendo lo schiaffo del vento in faccia…..e poi sempre di più..
Ma è proprio in quel attimo ….quando sento la vibrazione del treno sotto i piedi ho l’esatta visione del vuoto che ho dentro.
Un abisso nero che mi può inghiottire ma il passo che mi separa dal treno in arrivo  non è così pauroso….mi salverebbe da quel nulla che sta crescendo.
È un passo che non ho mai fatto e che non farò ma, lo avverto rientrare nel campo delle possibilità.
È una  consapevolezza ormai….è un passo…basta non farlo…oppure, basta farlo…Sono tante le linee gialle intorno a noi…’


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