Il giorno dell’Esame.

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Proprio oggi ho fatto un esame. Nulla di importante se non la certezza di una soddisfazione personale al di là di “un posto di lavoro” di poche soddisfazioni.

E’ andata molto bene e ne sono fiero ma poi ho pensato a tutti gli esami che ho fatto nella mia vita. Molti ridicoli…qualcuno solo per accontentare il genitore o le sue aspettative su di me.

Ma esami di sicuro ne ho fatti tanti…… scuola, maturità e innumerevoli colloqui di lavoro che poi non sono altro che esami della stessa importanza…
Un esame (serio e corretto) è sempre qualcosa che non è fine a se stesso ma un qualcosa che con il suo esito cambia, delude, illude, promette e ti fa anche sognare.
Ecco perché tutti i giorni anche inconsapevolmente ci si trova davanti a un esame nella veste di esaminato……a volte come esaminatore ma questo è un altro argomento e una situazione forse ancora più difficile.
Gli esami non si dimenticano e quello che vado a raccontarvi fu uno dei più difficili ma nello stesso tempo decisivi ….

Erano le otto del mattino quando mi presentai in un piazzale della Capitaneria di Porto di Livorno…… faceva già caldo ma io sono lì con i brividi e le mani fredde….ecco, è il segno che io a quell’esame ci tengo e non posso deludere.
Ho passato i mesi precedenti su libri….carte nautiche con un susseguirsi frenetico di lezioni pratiche di ogni tipo fatte al cospetto di uno spietato istruttore che andavano dal nuoto in piscina a salvataggio di un “manichino” in mare. (Una volta mi dissero che sembrava che era il manichino a salvare me da come lo afferravo e non viceversa)
Ero stato costretto a imparare velocemente un vero e proprio linguaggio a me sconosciuto fatto di termini buffi tipo: “babordo”, “strallo”, “cazzare”, “baglio” e molti altri….riconoscere di notte una barca a vela da un rimorchiatore solo dalla posizione delle luci ….o da bandiere…..

Tracciare rotte su carte nautiche con l’uso di una matita, di una squadra e di una calcolatrice.

Lottare con angoli e derive per trovarmi poi su una secca o avere oltrepassato il “punto di non ritorno”.

Deriso e preso in giro dai compagni e umiliato dall’istruttore che continuava a dirmi che “non c’è l’avrei fatta” che non ero “tagliato” per fare il marinaio.
Giravo sempre con in mano una corda di 30 centimetri che mi serviva per provare i nodi con alterne fortune e mi svegliavo di scatto credendo di avere visto luci di boe improbabili.

Ho rinunciato a libere uscite e di conseguenza alle ragazze per….”studiare cose che i miei compagni sapevano da una vita”
Alle nove comunque ero già schierato con un sacco di altra gente e dovevo essere tra i primi perché il concorso era solo per 5 persone…..
Tutti, ma proprio tutti parevano decisi ….ognuno con in mano la custodia di un compasso e una calcolatrice… insomma sembrava il primo giorno di scuola.
Poi dopo l’appello, inizia la prova di carteggio che risultò anche più facile del previsto anzi,…. fin troppo facile!!!…

Così facile che ho pensato di averla sbagliata!
Nonostante ciò la metà delle persone che era sul piazzale venne decimata e con loro vedo andarsene anche un caro amico di allora….(P.F.). per lui il suo sogno si era infranto in una deriva che lo avrebbe portato troppo lontano ….la sua rotta era sbagliata.
Giusto il tempo per un nuovo appello e poi di nuovo in una aula per affrontare il colloquio con un ufficiale di turno.
Lì un buon 30% dei candidati si arrese alle domande della commissione …..insidie e tranelli avevano fatto la differenza.
Ma io ero ancora vivo e con me il mio sogno……quello di comandare una imbarcazione fino a 35 tonnellate e senza limite dalla costa…..un senso di libertà indescrivibile.

Poi arrivò la prova più temuta in assoluto….quella pratica…..

Quella notte non dormii e non mi vergogno a dirlo ma, chiesi aiuto a dio.
Quando toccò a me, mi ritrovai a bordo due istruttori, un esperto velico, e un Ufficiale della Capitaneria oltre a altri 6 candidati che non conoscevo.

Peggio di così non poteva andare…. non solo ero “super testato” ma la barca era volutamente pesante per “certe manovre”
Poi quella voce….la ricordo ancora….carica di autorità e priva di inflessioni di alcun genere…disse:….“CHI COMINCIA?”.
In quel preciso istante mi sembrava di essere tornato a scuola al momento della peggiore delle interrogazioni di matematica.
Gli sguardi fuggirono ovunque tranne che in direzione dell’uomo in divisa….qualcuno finse indifferenza….altri non sentirono proprio….e in questo fuggi fuggi generale ecco che mi ritrovo faccia a faccia con lui….il mio esaminatore che con un cenno del capo mi invita a prendere il timone.
OK! Ci siamo …tocca a me… mi presento con grado e matricola e con il famigerato “Comandi!”.

Poi mi metto al timone…faccio i controlli di rito….non devo dimenticare nulla…ok….tutto a posto…impartisco l’ordine di “mollare gli ormeggi” per la manovra…..si esce lentamente

Appena fuori dal porto mi prende quel senso di libertà ….o chiamatela come vi pare …ma è “quello” che mi ha fatto arrivare fino a lì e scegliere di essere lì!! Faccio tutto (o quasi!) con naturalezza e non mi accorgo di essere sotto esame fino quando sento la voce dell’ufficiale che rompe il rumore delle onde contro la chiglia……”uomo in mare a ore undici”…

Capisco che non devo sbagliare ora, se no sono fritto, ed eseguo una manovra così perfetta che penso “NO! Non sono stato io”….e il momento è magico tanto che vedo disegnato sul volto di quell’ufficiale di ghiaccio un sorriso di compiacimento….(ma forse me lo sono solo immaginato)

Poi..dopo un’altra mezzora mi dice …Ok….FINE DELLA PROVA! ….”SERGENTE” (allora ero Sottocapo) facendomi capire che ero stato promosso.

Avrei voluto urlare dalla felicità ma non dovevo manifestare emozione….. Impartisco il fatidico : “CEDO COMANDO…ANDATURA 10 NODI….PRUA A 40 GRADI”….saluto l’ufficiale e vado a sedermi…

Fisso l’orizzonte godendomi il vento sul volto, esattamente come me lo ero immaginato tre mesi prima, quando decisi di fare quel corso sottufficiali e dare una “virata” alla mia vita.

Quel giorno provai quella sensazione che non provo ormai da tempo….quando si esce da una tempesta per tornare a navigare in acque sicure…..

Ma una altra tempesta si stava preparando.

Avevo il grado di Sergente.

Avevo la mansione di “Nocchiere di Porto” avevo uno stipendio vero (il primo!) e mi sarebbe anche arrivato anche l’imbarco.

Una Motovedetta mi aspettava…..era la CP235 ancorata al porto di Olbia.

E tra una settimana io e altri 5 compagni che avrei conosciuto dopo, saremmo stati il suo equipaggio…..

Ma adesso mi sarei goduto il ghigno del mio istruttore e il suo modo per dimostrare compiacimento.

Un tuffo in piscina dopo una serata tra birra e……beh questo immaginatevelo.

Estratto dall’ebook: “MI AVETE ROTTO LE BOLLE”

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